Nadia, single e disinibita, si ritrova a vivere un loop che inizia con la festa del suo trentaseiesimo compleanno e termina con le morti più disparate. Non sarà facile capire come uscire da questo inferno…
Nel corso della ricerca di una serie con puntate brevi, in attesa di recuperare quanto cortesemente segnalatomi, mi sono imbattuto in questa che rispondeva alle caratteristiche desiderate.
Viene etichettata come black comedy ed effettivamente per buona parte lo è ma in realtà è molto di più. Parte come la classica rappresentazione yankee a base di “ehi, vaffanculo”, “no, vaffanculo tu” e simili (che io non sopporto) ma poi la curiosità di capire a cosa è dovuto il loop ti cattura e ti porta avanti. Fortunatamente perchè poi il registro varia e passa sul mistery e sullo psicologico.
L’elemento vincente è sicuramente lei, Natasha Lyonne che tra l’altro è uno dei soggettisti della serie. Bravissima, rende fantasticamente la figura della rampante individualista e centrata su sè stessa anche se all’interno di un contesto di pseudorelazioni.
Non rivelo altro e vi consiglio di non cercarlo se intendete vedere questa serie che mi sento di consigliare. Tra l’altro è breve: solo otto episodi di circa trenta minuti.
A differenza mia, il @Re_Ghidorah non ne sbaglia una, data la breve durata ho assaggiato la prima puntata per pura curiosità poi se ne viene inevitabilmente rapiti, divorando tutti e 8 gli episodi.
Natasha è semplicemente grandiosa, personaggio geniale e divertentissimo, mi sono fatto delle grasse risate, volente o nolente ti riporta nella Grande Mela, il sogno americano di quando qua si mangiavano i primi hamburger, quella calda atmosfera notturna alla Fuori Orario.
Curioso quando
Barnet esce di casa e da la spallata al vecchio che riconosco subito come Burt Young, ce lo ricordiamo tutti così come in foto, pensavo avesse un ruolo molto più rilevante… invece no.
Per quanto soddisfacentemente autoconclusiva, c’è già una seconda stagione non ancora disponibile in italiano.
Questo è uno dei quei casi nei quali non avrei auspicato una seconda stagione.
La prima è una bomboniera con una conclusione centratissima e la sensazione che mi è rimasta è la stessa di quando vedi un bel film autoriale che sicuramente non dà vita ad una saga.
I nuovi episodi potranno essere anche validissimi ma a mio avviso finiranno col depotenziare la portata di quest’opera.
Chiaramente spero di essere smentito.
Non sono stato smentito (scusate l’autocitazione).
Noioso pasticcio che gira intorno ai viaggi nel tempo ed agli effetti farfalla del caso. Una ricerca del “what if” in chiave familiare che mi ha fatto faticare da morire per giungere alla conclusione. Rispetto alla prima stagione c’è poco e nulla del mistero , della feroce ironia della rossa e dei bei personaggi di contorno. Non a caso quando in una delle varie linee temporali si rivede il famoso bagno blu con la maniglia a pistola ti prende per la prima volta un fremito assente fino a quel momento.
In rete ho letto che questo drammone sui rapporti intergenerazionali è piaciuto. Probabilmente sono io che non ero ben predisposto anche se tutto sommato l’avevo aspettato con molta curiosità.
Pur rivisitando la non originale tematica dei loop temporali, ricordo per esempio Day Break una discreta serie tv di una quindicina di anni fa, devo dire che la prima stagione di Russian Doll merita la visione, non fosse altro per la protagonista Natasha Lyonne e la sua magnifica interpretazione sopra le righe.
La seconda stagione dimenticatela, rovina completamente il ricordo piacevole della prima: ci sono serie tv che finiscono dopo una stagione lasciando l’amaro in bocca; questa viceversa lo lascia per non essere terminata dopo la prima.