Dalla regista dell’inquietante Saint Maud, un dramma lesbico tra rape 'n revenge e bodyhorror (anche per l’acconciatura di Ed Harris, sempre un grande).
Siamo in un 1989 in cui abbondano i mullet. La hulkissima Katy O’Brian è una culturista nella palestra della Kristen, colpo di fulmine tra le due e storia malata in un crescendo di fisicità mutante tra stereotipi macho, fantasie lesbiche e paure e deliri a Las Vegas.
Evidente l’influenza del cinema più carnale e queer di un noto ottuagenario di Toronto, con la più recente discepola Kristen Stewart che appare sempre più fieramente mascolina. Non mi stupirebbe vederla tra qualche anno definitivamente maschia, Kristian Stewart come è stato per Elliot Page.
Per far capire che non si scherza con il gender bending il film inizia con una scena un po’ rivoltante nei bagni fetidi di una palestra puzzosa tutta sudore e steroidi. Kristen stura e affonda con nonchalance mani e braccia in un cesso immondo, mentre una tizia coi denti belli gialli tenta di abbordarla.
una sequenza quasi in odorama, molto vivida (mi ha riacceso il ricordo delle esalazioni dentro i bagni chimici del Gods of Metal 1999 “decorati” come dei Jackson Pollock direttamente dall’inferno. Le magie del cinema)
Curioso di vedere se ha qualcosa in comune con Body Odyssey ma chi ha visto MEN ci troverà qui un gustoso omaggio allucinatorio.
Verso la fine sembra pure un Takashi Miike dei bei tempi.
pare ci siano stati stunt in sala con gente che si trastullava bellamente ma nonostante l’encomiabile lavoro di marketing della A24 il pubblico ha gradito poco a parte il target femminile bi/gay
forse si aspettavano Thelma e Louise 2024 e i ragazzini più roba da Pornhub o forse boh un La vita di Adele parte 2.
“gradevole” in fin dei conti. già uscito in digitale e si trova online ma in Italia dovrebbe arrivare in sala per Lucky Red.
anche perché già telematicamente disponibile da mesi e mesi. a me non fece fare alzabandiera ma neanche la cacca spray (d’altronde anche saint maud mi piacque senza entusiasmarmi). mi parve una sorta di criptoremake di requiem for a dream con lesbodramma sullo sfondo (la tossicomania dell’apparire vincenti in tv; quella da steroidi; quella affettiva e dell’uccidere ciò che si ama/arma) e non trovo in tal senso casuale che l’ost sia firmata da mansell, qui davvero cubitale (una delle cose più belle del film) specie quando rasenta il coverizzare alcuni brani di miracle mile. è anche il secondo film in tempi ravvicinati (il primo è v/h/s 85) che fa comodato d’uso di hamburger lady dei TG nella colonna sonora. non avevo pensato a miike nel finale con giant woman, diciamo che è quel miike a cui non riesce il buco nella ciambella e finisce col risultare risibile o col guastare tutto quanto di buono s’è fin là visto. dovendo comunque gli preferisco men
Io avrei detto un’altra cosa, al posto di paglia. Ma il concetto è appunto quello: distributori nostrani che sprecano tempo e soldi, con film già in partenza destinati all’insuccesso economico…
a meno che non vi siate appuntati e ripromessi di vederlo assolutamente in sala magari anche doppiato da culo, bando alle polemiche si trova in rete da giugno!
Ma appunto nessuna polemica, caro Schramm. Di certi titoli, a me , importa meno di zero di vederli. Sala o altro. Poi, chiedi a Rodar cosa invece ne pensa. Io me ne tiro fuori, serenamente…
Ovviamente non ce l’ho col film che non ho visto né mi interessa, quello che ancora una volta mi lascia basito è questo modo di distribuire questi prodotti. Vuoi distribuirlo in sala? Va bene, ma non montarlo in 170 sale. È inutile. Anche perché come già scritto da me e ribadito da schramm il film è in rete già da diverso tempo proprio perché è stato messo su una piattaforma solo dopo un mese dall’uscita nelle sale statunitensi. È un film di nicchia. È ovvio che chi ne era interessato ha già trovato il modo di vederlo. Ormai le cose vanno così ma pare che alla Lucky Red ancora non l’hanno capito (vedi MAXXXINE).