Love Lies Bleeding (Rose Glass, 2024)

Dalla regista dell’inquietante Saint Maud, un dramma lesbico tra rape 'n revenge e bodyhorror (anche per l’acconciatura di Ed Harris, sempre un grande).

Siamo in un 1989 in cui abbondano i mullet. La hulkissima Katy O’Brian è una culturista nella palestra della Kristen, colpo di fulmine tra le due e storia malata in un crescendo di fisicità mutante tra stereotipi macho, fantasie lesbiche e paure e deliri a Las Vegas.
Evidente l’influenza del cinema più carnale e queer di un noto ottuagenario di Toronto, con la più recente discepola Kristen Stewart che appare sempre più fieramente mascolina. Non mi stupirebbe vederla tra qualche anno definitivamente maschia, Kristian Stewart come è stato per Elliot Page.

Per far capire che non si scherza con il gender bending il film inizia con una scena un po’ rivoltante nei bagni fetidi di una palestra puzzosa tutta sudore e steroidi. Kristen stura e affonda con nonchalance mani e braccia in un cesso immondo, mentre una tizia coi denti belli gialli tenta di abbordarla.
una sequenza quasi in odorama, molto vivida (mi ha riacceso il ricordo delle esalazioni dentro i bagni chimici del Gods of Metal 1999 “decorati” come dei Jackson Pollock direttamente dall’inferno. Le magie del cinema)

Curioso di vedere se ha qualcosa in comune con Body Odyssey ma chi ha visto MEN ci troverà qui un gustoso omaggio allucinatorio.
Verso la fine sembra pure un Takashi Miike dei bei tempi.

alla premiere USA la Stewart si è presentata così

pare ci siano stati stunt in sala con gente che si trastullava bellamente ma nonostante l’encomiabile lavoro di marketing della A24 il pubblico ha gradito poco a parte il target femminile bi/gay

forse si aspettavano Thelma e Louise 2024 e i ragazzini più roba da Pornhub o forse boh un La vita di Adele parte 2.

“gradevole” in fin dei conti. già uscito in digitale e si trova online ma in Italia dovrebbe arrivare in sala per Lucky Red.

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