teague prova a rilanciare il vigilante-movie, sofisticandolo (con la vexata quaestio razziale) e ammortizzandolo (quanto meno sulle prime) nei suoi aspetti più reazionari e forcaioli, estendendo la sommaria giustizia privata del cittadino onesto (tom skerrit che fin dal soma è la figurina liebig di paul kersey) colpito dalla micro-criminalità alle ronde notturne organizzate non violente. ma al ras del quartiere il protagonista che vuole rendere più tutelata la zona sta sulla bocca dell’esofago e l buoni propositi sfuggiranno presto di mano finché gli estremi rimedi non avranno la meglio sui mali estremi.
meno compiaciuto esacerbato e cruento rispetto ad altri esponenti del filone buscò un inspiegabile e sperequativo divieto ai 18 (laddove i ben più brutali vigilante e classe 1984 ottennero l’altrettanto incomprensibile clemenza di quello ai 14). la versione italiana da noi uscita l’anno dopo brucia il bilinguismo originale del quartiere italoamericano, con skerrit e famiglia che a tratti si esprimono in uno stentato italiano maccheronico e cadenze e slang dialettali della frangia nera (yaphet kotto su tutti, che fa cagare doppiato e spacca in originale).
a causa del divieto massimo, in tv passò massacratissimo, benché non fosse certo ricco di scene brutali. per l’allora martellante trailer d’epoca, rimando a questo topic.