Scontri stellari oltre la terza dimensione - Starcrash (Luigi Cozzi, 1978)

cozzi come lucas. o come henry lee lucas, serial killer della sci fi. con un occhio che guarda strabicamente a 2001 e l’altro che saltella tra star trek e barbarella, il nostro riesce a ottenere il massimo dal minimo artigianalmente ed economicamente consentito: forsenna la cromia, il coté psicotronico e psicotonico, fa della sci-fi una tavoletta ouija per rimettersi in contatto con melies e harryhausen. lontano dal lusso e dai fasti spettacolari dell’epopea intergalattica, più una macchina del tempo per reimmergersi in u.f.o. e spazio 1999 che una quadratura lucasiana, ma in termini di impatto e di seduzione non c’è proprio quanto. consumato col giusto spirito e con abbandono, può mandare in sollucchero. per certo ai cultori di maniac rivedere spinell e la munro riuniti in una contesa integalattica con plummer e la cassini a sovrintendere il giocattoloso tutto, gli occhi a cuore li fa venire.

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" […] Il film che conclude la trilogia spaziale americana

1977: Guerre Stellari

1978: Incontri ravvicinati del terzo tipo […] "

Io ho sempre odiato queste prese in giro, di uno squallore unico. Bene fece il recensore a mettere in guardia gli spettatori.

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quella di imbonire e urlare al miracolo è la natura di tutta la pubblicità da che è nata, non solo cinematografica. per far strappare più biglietti possibile l’unica era coglionare il pubblico medio, che allora era impreparato. al di là di ogni filologia il film è comunque godibilissimo.

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Chiarisco: ho visto il film e non lo ho trovato così male. Però, la pubblicità ingannevole è disgustosa.

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Ma la gente che andava al cinema sull’onda di queste promesse e poi si trovava di fronte a quell’acCOZZ(I)aglia di ciarpame non si incazzava a morte? Non andavano a protestare in biglietteria chiedendo indietro i soldi?

Ancora non esistevano le associazioni dei consumatori, vero?
Adesso se si osasse scrivere anche una sola di queste falsità in un articolo promozionale del film si verrebbe sicuramente trascinati in tribunale con l’accusa di pubblicità ingannevole.

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Valeva il prezzo del biglietto:

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Mmmm Carolona :drooling_face:

Il film in sé, pubblicità d’epoca a parte, può essere ancora apprezzabile. E la Munro, senza essere Meryl Streep, sul grande schermo faceva la sua figura. Vedi anche “Il viaggio fantastico di Sinbad” , a fianco di John Philip Law… :heart::+1::sunglasses:

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in un breve momento compare en passant anche la frajese

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ma come ciarpame?? proporzionato a lucas senz’altro, ma in sé è una chiccona del fantaweird.

il che lascia molti a piede libero, non so da quant’è che non vedo più un flano…

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io invece la trovo deliziosa nelle sue iperboli, anche nelle più ingannevoli (che ritroviamo nella quasi totalità dei flani, ed è il loro bello) e da un punto di vista folkloristico e pop, un interessante barometro di quello che era allora il guerrilla marketing da una parte e la preparazione culturale media del suo abbindolabile destinatario dall’altra. fotografa l’unicità di un’epoca e di un modo di lanciare un prodotto dandogli sul nascere risonanza mitologica che oggi sono irripetibili non tanto e non solo per i rischi di tristi bagarre giudiziarie ma perché da allora il pubblico ha affinato tutto l’affinabile ed è molto difficile coglierlo in castagna.

Capisco.
Io, invece, distinguo tra l’iperbole - che ci può anche stare - e la vera e propria pubblicità ingannevole che ritengo sia a livello di una truffa (crimine). Con l’iperbole si può anche esagerare l’attrattiva di un film:

“Questo film vi porterà ai confini dell’Universo. Volerete con le astronavi dei protagonisti oltre LA TERZA DIMENSIONE”;

senza, però, affermare subdolamente che:

“1977: Guerre Stellari - 1978: Incontri ravvicinati del terzo tipo - con questo film si chiude la trilogia spaziale americana”, etc.,

giocando su un facile (e furbo) equivoco che in Tribunale avrebbe sicuramente portato a limitare eventuali danni finanziari. Sarebbe stato sufficiente, infatti, affermare di fronte al Magistrato che il film intendeva concludere la trilogia spaziale americana ma in maniera ideale: “Questo film idealmente chiude la trilogia spaziale americana, ecco ciò che intendevamo!”.
Una furbata, insomma…

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