Adagio (Stefano Sollima, 2023)

premettendo che non apprezzai granché ACAB suburrasoldado (neanche li disprezzai ma insomma acqua tiepida) e che per me sollima ha sempre funzionato alla grandissima più sulla lunga distanza (RC, gomorra, ZZZ) che sulla breve, qui si va oltre l’iperuranio: un altro croccante e avvelenatissimo tortino di fatalismo amarezza disperazione con tutti i cazzi a zero zuccheri disseminati al punto giusto in una città dove le luci vanno e vengono come i cervelli i sentimenti le leggi.

servillo e favino davvero superiori se non oltre, giannini alla prova della vita ha punte interpretative da mistica autoflagellazione calabra, un irriconoscibile mastandrea per una volta non detestabile. si balla sui cocci rotti per 127’. unica pecca: un audio in presa diretta, un po’ trascurato come già accadeva in suburra, che rende sotto i limiti del captabile alcune battute. per certo tra i film più esageratamente belli del 2023.

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