Jimmy and Stiggs (Joe Begos, 2024)

l’alien abduction secondo joe begos (che qui dentro qualcuno ricorderà almeno per VFW veterani di guerra) è quel che deflagra quando il noè più sbarellato (quello di irreversible e climax, poniamo) si consorzia con muro e gregory lamberson dopo carriolate di colombiana pura. un indefesso arrembaggio sensoriale fatto di ipercromie fluo-metallizzate saturatissime che fanno sembrare polaroid sbiadite suspiria, inferno e tutto refn, isterici e forsennati funambolismi della mdp da mandare a rubare alla caritas raimi, stordenti stroboscopie senza sosta, fx dove la cartapesta la gommapiuma e gavettoni di tempere sguish in libertà fanno flic e floc. tutto urlatissimo e oltre l’epilessia, in tutto culo al less is more, con eli roth che spalleggia e plaude contento. i due estremi sono superchicche: 2 fake trailers spassosissimi a fare da apripista che possono a loro modo ricordare le monellerie che @SWAT ha fatto con l’AI mesi fa e un dietro le quinte di 7’ a end credits ultimati capitanato da roth che spiega tutto l’incredibile trucco e parrucco di questa folle operazione one-man-made al 75% (begos dirige produce recita musica etc). visto in sala doveva essere una sonora cinquina di quelle che ti rimettono a sedere. è anche, probabilmente, il film che detiene il primato assoluto della F-word, reiterata ad nauseam in tutte le declinazioni possibili fino a stomacare, ed è anche il suo punto ad assoluto sfavore. nulla in contrario all’abuso di turpiloquio, ma un po’ più di varietà ed estro nell’amministrarlo sarebbe stato preferibile a sentire fuck e fucking spinti a forza in ogni singola linea di dialogo.

chi scrive non ha mai particolarmente apprezzato begos, ma qui la passione è sfrenata e contagiosa e per derivativa che sia, anche la fantasia non scherza. insomma, tantissimo presobenismo.

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