lo scempio allo stato del mondo movie. il nadir della filiera. apicale per insulsaggine, un défilé di taroccaggini mai capaci di addivenire a una qualche scossetta anche solo vagamente traumatica (i denari per gli f/x evidentemente languivano forte) con scene che si vorrebbero clou/choc che si son viste meglio realizzate di chilometrica lunga in altre opere capaci di scazzottarci ancora oggi (raffrontare il servizio sulla roulette russa cinese con il cacciatore, per capirci/credere; e se ci si deve far bastare il più patetico e farlocco impalamento mai realizzato, meglio guardare indietro a cannibal holocaust).
il nulla al potere, impossibile da fruire anche sotto la più ben predisposta ottica trash, che pure resta un asso calato, come nel caso delle focacce escrementizie, o dell’uro-tiro al bersaglio di gruppo nei pisciatoi (una stanca parafrasi-perifrasi della setta dello sputo de dimensione violenza?) passando per un sollevamento pesi con un pene del quale non si vede nemmeno l’ombra a terra o in silhouette.
sulla croco-scene che vorrebbe rievocare le facce della morte e nudo e crudele (n’altro bono davvero), dico solo che i super-8 girati in thailandia da mia madre nel '77 sono di gran lunga più inquietanti.
chi l’ha visto all’epoca in sala (in estate, perdipiù) ha tutta la mia comprensione e se penso che l’ho cercato qualcosa come più di 25 anni mi cagherei in faccia. l’avessi visto allora non avrei esitato a sradicare la poltroncina e scagliarla contro il proiezionista.
è altresì incredibile che un fuoriclasse come romano malaspina abbia prestato voce per il commento di questa pecionata al cui paragone nudo e crudele è koyaanisqatsi e mondo proibito otto preminger.
Troppo cattivo il commento di @schramm …
Di certo siamo di fronte a uno degli epigoni del filone, uno tra i meno ispirati magari, ma resterei ore incantato a guardare dei film così.
I mondo movies che preferisco alla fine sono questi degli anni '80: caciaroni, sbruffoni, spavaldi, farlocchi, con quel retrogusto da chiacchiera da osteria o da racconto di pescatori che millantano di averne preso uno grosso così.
Si parte con un bel boost dato dai titoli di testa in cui scorrono fegatini presi qua e là dalle sequenze del film, montati sulle note di un originale pezzo dalle incalzanti sonorità disco.
E poi vabbè, si susseguono episodi dal mood altalenante in cui il denominatore comune generalmente è il sensazionalismo, ma in cui in realtà c’è spazio per le proposte più disparate.
A memoria, le cose che mi hanno più colpito o divertito (nel bene e nel male):
Il tizio che si fa appendere coi ganci
Il tizio che si trastulla coi coccodrilli, mettendo anche la testa nelle loro fauci
Il liberalissimo carnevale di Copenaghen
La sequenza improvvisata da home movies in cui si filma lo scoiattolino che viene a mangiare dalle mani della troupe sul tavolino del bar
Il momento di convivialità dei mutilati nel villaggio dei pescatori di perle
La burlesca scenetta del tizio ubriaco portato a letto dall’elefante
La ripresa a volo d’uccello che mostra l’enorme moltitudine brulicante di gente che gira intorno alla pietra nera alla mecca
I resti delle persone abbandonate sull’isoletta deserta dai trafficanti di uomini, rimasti a marcire sulla spiaggia alla mercé dei granchi
La gara di piscio ben descritta poco sopra da @schramm
Lo scrausissimo finale col tizio che solleva i pesi col pene eretto, che offre al commento la possibilità di chiudere il film pronunciando la frase “In questo caso non occorre usare eufemismi… È veramente uno sport del cazzo!”
Caratteristica che accomuna tale bizzarra disciplina a questa simpatica pellicola, d’altronde!