Si racconta la storia di due giovani nullafacenti, delusi dalla vita e ridottisi a fare le marchette (pur non essendo dichiaratamente omosessuali) per tirare a campare. Ad un certo punto decidono che è ora di finirla e, con freddezza e distacco, si armano di fucili, rubano una macchina e se ne vanno in giro a sparare sulla gente, scegliendo vittime a caso. Un nichilismo sbalorditivo emerge dalla visione di questa pellicola, il sentimento di rivalsa e di ribellione verso la società ed i suoi membri fa in modo che i due giovani protagonisti abbiano perso la capacità di empatizzare con altri esseri umani, di provare pietà o compassione.
Potentissima la scena, verso la fine del film, in cui i due giovani sbandati hanno il cuore pieno di dolore per la morte accidentale del gatto, mentre si mostrano completamente impassibili nei confronti del cadavere del benzinaio che hanno appena trucidato.
L’ambientazione belga, grigia e umida, trasuda tristezza ed incornicia in modo efficace questa storia algida e sporca.
Il film è ispirato ad un vero fatto di cronaca accaduto in Francia:
Visto in una splendida copia restaurata e digitalizzata in 2K dalla Cinematek di Bruxelles, nell’ambito del solito Offscreen festival.
devo dire che sul piano discorsivo, contenutistico, umorale e formale a me è parso del tutto estraneo al film del trio belga e più prodromico di quello di mcnaughton. più ancora, dovendo tracciare un parallelo, a i ragazzi della porta accanto, dove la coppia omicida uccideva, come qua, spinta da un misto di noia, divertito sadismo e rabbiosa frustrazione sociale. gli omicidi per strada fanno immediatamente pensare ai dnipro-maniaci (per location e modalità d’imboscata: ovviamente il film non si spinge a eccessi grafici simili). a me comunque non è minimamente piaciuto. troppo anonimi e di nullo carisma gli attori e nell’esiguo bodycount ci andrebbero messi tre quarti di metraggio, fatti di tempi morti.