Color out of space - Il Colore Venuto dallo Spazio (Richard Stanley, 2019)

Non mi ha colpito molto la trasposizione di Richard Stanley de Il colore venuto dallo spazio di H.P.L., racconto potente, che lessi tantissimo tempo fa ma che ancora ricordo con un certo timore. Nel film, il procedere della storia mi è sembrato confuso; la follia che pervade la famiglia a causa del meteorite si manifesta troppo bruscamente; ci sono parecchi ammiccamenti al cinema anni 80 (La Cosa, Invaders from Mars, La casa 2) ma sono deboli. Mi è piaciuta la fotografia, l’uso delle luci e certe inquadrature, ma nell’insieme lo trovo un passo falso. Ho visto anche Die, Monster, Die! (1965) sempre tratto dallo stesso racconto, un gotico della AIP che cerca di copiare Corman senza riuscirci… il risultato sfiora il camp, si salva solo Boris Karloff e i matte painting.

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Partendo dal fatto che è molto complicato rendere un racconto come questo (come in realtà la maggior parte dei lavori di Lovecraft), devo dire che nonostante qualche caduta di tono e una recitazione un pò troppo sopra le righe (come dici tu la follia arriva un pò bruscamente), non mi è dispiaciuto, soprattuto visivamente. L’ho ordinato con la start up della CGHV in Blu Ray, me lo riguarderò, magari mi rileggo prima il racconto.
Fra l’altro dovrebbe far parte di una trilogia dedicata a Lovecraft.

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Per me davvero terribile e inconcludente, lo dico da super appassionato di Lovecraft.
E’ sempre difficile adattare i suoi racconti ma specialmente ne Il colore venuto dallo spazio c’erano già scene pronte da adattare e filmare, perché aggiungere cose inutili?
Peraltro sembra un film parecchio allungato come trama, sembra quasi restio ad arrivare al dunque. E pensare che HPL era maestro del climax ossessivo , riusciva con maestria a creare un crescendo di follia e morbosa inquietudine.
Qui manca proprio la voglia di spaventare e di osare!
Davvero un film deludente.

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Mi sa che sono l’unico qua dentro ad averlo apprezzato ma tant’è. Bello, non capisco che avrebbe di inconcludente (la storia, rivisitata quanto si vuole, quella è) e le aggiunte mi piacciono, c’è la visionarietà di Stanley che ho sempre gradito e che qua rende proprio l’idea di un mondo alieno entrato in collisione con il nostro. E la parte finale un po’ di angoscia me l’ha messa davvero, avercene horror così… preso il DVD Cecchi Gori, regolarmente distribuito in videoteca (c’è anche il Bluray).

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Non privo di difetti certo, come ho scritto sopra, ma anche a me non è dispiaciuto ed ha una certa forza visiva. Fra l’altro l’ho visto in lingua originale senza sottotitoli anche non credo mi sia perso molto dei dialoghi. Prima o poi me lo riguarderò

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In effetti la recitazione non è gran cosa, l’ho visto in Italiano ma il doppiaggio non era malvagio. Diciamo che non poteva migliorare dei dialoghi già ingenui di loro.
Piuttosto, trovo significativo che inizialmente la CG avesse previsto tiratura limitata su richiesta e il riscontro positivo l’ha poi convinta a distribuirlo regolarmente. Un successo, valutando che Stanley era stato un po’ dimenticato e che l’horror non è un genere che da noi “tiri” più di tanto.

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A me e’ piaciuto! Ero prevenuto sull’idea di portare ai giorni nostri la storia e temevo un lieto fine che -per fortuna- mi e’ stato risparmiato. Bella la fotografia e anche gli effetti speciali, per me il racconto viene rispettato nello spirito, quanto meno. Curioso -per me- che si sia scelto di girare in Portogallo.

Ciao!
C.

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Saranno passati 25/30 anni dalla mia lettura del racconto, ammetto di essermi dimenticato parecchi dettagli, sono tornato a ripassarmelo post-visione.

Gradevole horror, ma da vedere giusto una volta, buono l’adattamento contemporaneo della storia, impresa non sempre facile nelle trasposizioni lovecraftiane, mi è piaciuto Nicolas Cage finalmente un ruolo su misura per lui senza fare il ragazzino come in Mandy, ormai è “uno di noi” non so se avete colto nella scena del TG dove autoirinizza con un suo famoso meme “Bird Hair” del film Next:

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Non so @cage se hai visto Dagon trasposizione de “La maschera di Innsmouth”, anche questo per coincidenza girato in Portogallo.

Tornando al film Richard Stanley dichiara in un intervista, che il film sarà il capostipite di una trilogia, di cui il prossimo titolo “Terrore a Dunwich”, cosa poi recentemente smentita a seguito di una vicenda recentemente discussa in forum,

PS: una curiosità sul colore usato per rappresentare… “il colore”, viene usato il magenta, cito da wikipedia:
“Il magenta è un colore che non fa parte dello spettro ottico: cioè la sua tonalità non può essere generata con luce di una singola lunghezza d’onda” ed è un colore percepibile dall’occhio umano… insomma non è stato scelto casualmente.

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Ciao!

Già, anche per me! :slight_smile:

Non ho colto la citazione (anche perche’ il film citato non lo conosco, ma anche se non fosse stato cosi’ ormai la mia memoria e’ quella che e’ ;-)) Ma concordo che Nicolas Cage sia stato bravo ad interpretare questo personaggio.

Purtroppo no, spero di recuperare, pero’! :slight_smile:

Ciao!
C.

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