La guerra del Tiburtino III (Luna Gualano, 2023)

In un quartiere periferico di Roma cade un meteorite che contiene una forma di vita aliena che inizia ad utilizzare i residenti come ospiti. Scatta allora la resistenza.

Non ho ancora visto quest’ultima produzione della Gualano della quale ho adorato l’opera prima Psychomentary ed ho aperto il thread intanto per chiedervi se sia stato distribuito fuori Roma.

Mi sembra chiaro il debito con Attack the block - Invasione Aliena ma sto leggendo buone recensioni.

Per i fuori porta, Tiburtino III è uno dei quartieri pasoliniani ben raccontato in Diario di un maestro di Vittorio De Seta. La scelta non è casuale. La Gualano è foggiana ma abita lì nei dintorni.

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Inizio a pensare che ci sia ancora vita nel cinema di genere italiano.
Luna Gualano si conferma essere una che ha diverse cose da dire. Scrive (con Emiliano Rubbi) e dirige questa commedia popolare sci-fi che secondo me funziona nonostante sia un mix di topoi caratteristici dei generi toccati e quindi correva il rischio di dare l’effetto deja-vu.
Tutto sommato è abbastanza un inedito nella filmografia dell’artista foggiana del tiburtino e si respirano forti le atmosfere dei Manetti Bros che effettivamente partecipano in veste di produttori.

Il cast è azzeccato con una menzione particolare per l’influencer stupidina Sveva Mariani ed il giovane caratterista Federico Majorana nel ruolo di Panettone che ricorda un po’ il Secco di Zerocalcare.

Diverse citazioni, alcune esplicite come le uova da dove esce l’ospite, altre più subliminali come quella mostrata nel trailer in cui Paolo Calabrese si rivolge a Pannofino chiedendogli “ma io e te non ci siamo già visti?” che secondo me è un riferimento a Boris.

Si sorride e qualche volte si ride di gusto. In generale il film non ha cali di tensione anche se chiaramente non è perfetto (secondo me alcuni tempi potevano essere gestiti un pelino meglio) ma è tanta roba.
Io forse sono stato coinvolto un po’ di più perchè ho riconosciuto tutte le location che ho bazzicato più volte e poi c’è la gag che mi ha spaccato e cioè quando Bannò per liberarsi degli alieni cerca di far infuriare lo spacciatore al quale doveva dare soldi gridandogli “sempre lazio merda!”

Tornando all’inizio, c’è vita nel cinema italiano ma non c’è coraggio nei distributori. Non ho ricevuto risposta alla domanda se questo film fosse stato distribuito anche fuori Roma. Qui lo è stato poco e male eppure la piccola sala dove sono stato oggi era discretamente piena nonostante stessimo ormai alla terza settimana dall’uscita. Ho però appreso che è uscito fuori anche dal Raccordo Anulare, seppur a macchia di leopardo, e con un buonissimo riscontro in termini di gradimento.

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