arieccose col meta-everything che già aveva scardinato la uallera in tempi non sospetti. praticamente una rotta di collisione tra i ringu di nakata e il trio belga. un continuo sgomitare col braccio del moralista lo spettatore a suon di fastidiose manfrine già viste straviste digerite cagate rimangiate rivomitate e almeno fino a qualche anno addietro dimenticate. un titolo fin troppo programmatico a copertura di un’operazione che oltre ai due ibridati nuclei estetico-narrativi compendia e centrifuga con la solita odiosa furbizia ammiccante postmodernista l’occhio che uccide, l’occhio selvaggio, last house on dead end street, henry, thrill kill video club, funny games, blair witch project, i primi due guinea pig, la saga di august underground e chi più ne ha più ne meta, rendendo però asettica la potenza di certe loro trovate, qua citazzate alla grappa e scippate senza risparmio, mancando di tutto quanto ha reso questi titoli seminali, viscerali, virulenti, radicali e belli o brutti: del cameramen (che peraltro era morale, e non moralista) non ha la ferocia, l’ambiguità, la corrosiva ironia e l’indovinatissima vena sperimentale; né si fa carico dell’esattezza teoremica e della calda glacialità che determinava funny games; de thrill kill video club non conserva la scelleratezza e il sarcasmo; non c’è traccia della sincerità e della spontaneità di un henry e nemmeno della sfacciata sgradevolezza di vogel e hino. e chiaramente i primi due ringu almeno qualche brivido lo garantivano. qua zero carbonella. richards si arresta e assesta sui significati spiccioli, frullandoli presuntuosamente in un patchwork indigesto: un continuo deja vu, deja entendu e deja pensè, ennesima dimostrazione di un cinema furbetto che non sa far più altro che specchiarsi nelle unghie dei piedi, compiacendosene e contendandosi del più sterile manierismo. il giochino di ammiccare in camera e accattivare lo spettatore schiaffeggiandolo e scoprendo il suo voyeurismo di per sè non mi dispiace. ma aveva un suo senso e valore e funzione reale circa 30 anni addietro. rimasticato oggi, davanti a noi tutti smaliziati, non va al di là dell’anacronismo.
però visto che il found footage pov è da tempo diventato genere/filone a sé e non smette di mietere titoli, chissà che qualcuno di voi fan della quarta parete sfondata non apprezzi…