in realtà quest’ultima (vedi post precedenti) conserva i magic moments softcore che altre versioni hanno perso. secondo me l’unica versione completa che rispecchiava quella arrivata in sala da noi era quella da 96’ presente fino a qualche anno fa su yt
a questo non avevo mai pensato, ma effettivamente è vero. anche se all’epoca l’amico con cui andai a vederlo non tenne botta, saltando sulla sedia e coprendosi gli occhi o girando la testa a nord-est.
mettendosi per un attimo nella testa dei distributori, ritengo che la seconda parte del titolo nostrano fosse un goffo rimando a nightmare di craven (che nei primi trailer conservava il suo titolo originale on elm street) e che uscì nelle nostre sale 4-5 mesi prima. goffo ma non inopportuno: la kelly ricorda un po’ la langenkamp e la sua situazione viaggia effettivamente in parallelo a quella in cui è immersa la vittima prediletta di freddy, con tanto di coming of age, showdown finale a tutta trappola casalinga ed entourage adulto che non vuole crederle. quello della kelly è chiaramente un incubo a occhi aperti e tutt’altro che trascendentale.
è quasi tutta gente che veniva dalla tv e alla tv è tornata con alterne fortune e soddisfazioni; in realtà a david allen brooks (da notare che il suo personaggio si chiama paul fox: rivedendo il film ho riso a palla), anch’egli transfuga dai film per la tv, il film di winner non portò malissimo, il suo CV vanta presenze in manhunter, cast away e the doors; corey parker, l’amico con cui christie perde la verginità, ha continuato a militare in filmetti di serie B, eccettuando 9 settimane e mezzo: subito dopo winner è apparso nel quinto venerdì 13
d’altronde il titolo originale è pur composto dalla parola scream
una carneade acchiappata anch’essa da una serie tv, la valle dei pini. dopo questo, la sua è stata una singhiozzante carriera “kubrickiana” (d’altronde, con quel nome…): riapparirà 6 anni dopo in law and order, per poi presenziare, dopo altri 10 anni, in un totale di altri 3, nessuno dei quali di spessore o rilievo. lorre era ovviamente uno pseudonimo in omaggio a peter, il suo vero cognome era lesheim. e che si chiamasse davvero lolita non sono pronto a danzare scalzo sui tizzoni ardenti.
per me comunque resta entro tutti i suoi limiti e difetti il penultimo winner meritevole (l’ultimo sarà il terzo giustiziere notturno, in realtà diurno e più armato del pentagono), quanto meno se contestualizzato alla visione in sala di allora; tutto quel che è venuto dopo, ma per l’amor dei lumière!!