sulla scia della frecciata del sempre caustico renato, varo questo topic per buttar giù tutti insieme appassionatamente una mappale di tutte le pellicole-fantasma rimaste a prova di riesumazione, titoli che non hanno mai visto il buio di una sala/la luce di un proiettore, o lo hanno visto per pochissimi giorni per poi finire in fondo al subconscio dei magazzini dell’italnoleggio o nel più impenetrabile dimenticatoio senza conoscere edizioni video o passaggi televisivi (o che hanno conosciuto le une ma senza adeguata circuitazione o gli altri ma una volta sola oppure in chissà quale locale transitoria).
oltre al film di cavallone che intitola il topic, e a decadenza di cui nessuno ha qui visto visto la versione massacrata e figuriamoci intera, e a titoli ormai mitologici dei quali possiamo tutt’al più parlare come tra ufologi e che non hanno più bisogno di presentazioni come liberate emanuela e la città dell’ultima paura, a me sovvengono anche:
AAA offresi
introvabile, invedibile, mai visto da chicchessia; se per un maldoror si è vociferato di vhs estere clandestine e proiezioni pubbliche in turchia, A.A.A. offresi resta congelato, forse a vita, in un archivio legale e destinato a non essere mai visto da anima viva nemmeno tramite le teche rai. si tratta di un documentario del 1981 bloccato da rai 2 poco prima della messa in onda, sulla giornata tipo della lucciola Veronique e sui suoi 11 clienti ricevuti in casa (tra questi un poliziotto che pretende di non pagare il dazio), che scatenò un processo durato anni e conclusosi con l’assoluzione degli autori solo nel 1985. malgrado tutti i documentari e i reportage shock sulla prostituzione concepiti nei lustri, A.A.A. offresi resta tuttoggi ignominiosamente tumulato.
come ti chiami amore mio?
spola di un giovane tra tre donne che diverranno presto quattro con regista al seguito. sorta di vontrierano pre-dogma avulso a logica e significato e programmaticamente insensato a opera dello stesso silva di difficile morire, montato da un silvano agosti sotto mentite spoglie, è talmente oscuro che non se ne trovano manco locandina o fotobuste in rete. dubito sia mai passato per le maglie palinsestuali o del nastro magnetico, e che al cinema abbia avuto chissà quale successo popolare.
naziskin a wuppertal
trasmesso una sola volta su fuori orario circa 20 anni fa, e poi divenuto merce iper-rara appannaggio di pochissimi collezionisti, l’interessante panoramica di amos gitai sul montante neo-nazionalsocialismo non ha purtroppo conosciuto le gioie delle fibra ottica, né il largo pubblico quello di vederlo. ne esiste copia per sola consultazione alla biblioteca gambalunga di rimini. anch’esso di tale rarità che non se ne trova locandina online.
chiaro, tutti abbiam visto la versione originale. ma la versione italiana, rimaneggiata della grossa da morra con scene a opera di climati, con tanto di musiche di quel patucchi che verrà riarruolato per dolce e selvaggio e dimensione violenza (che ne fa confluire un paio di scene), con il commento riscritto da adriano bolzoni affidato alle voci di sergio fantoni e giuseppe rinaldi, resta un oggetto volante non identificato poco avvistato anche dai più incalliti e carbonari collezionisti. da un paio di decenni si vocifera di un master reverse che però non ha mai conosciuto effettiva avanscoperta (pare ne avesse anche una copia in 35mm il compianto johnnyb). un’icona del sottogenere mondo la cui vs ita è probabilmente destinata a restare per sempre invisibile al pubblico italiano. oltre mezza vita fa ebbi modo di averlo, non proprio a poche lire, da un pirata romano di casa alla de paolis. mai sgranocchiatomi abbastanza i gomiti per il mancato acquisto. neanche la cineteca di Bologna, il CSC e lo stesso morra – che ne parla assai malvolentieri, al pari di dimensione violenza – dispongono di una copia.
batouk africa che muore
raro esemplare di africa-movie francese classe 67, precursore del modus documentandi castiglionese e da noi ripescato dalle secche distributive nel 75 a ridosso del mietuto successo di ultime gride della savana. a tutt’oggi non ha mai beneficiato di disseppellimento home video, televisivo o telematico, sebbene sia rintracciabile una generosa clip (ben 9’) su youtube messa a disposizione dall’Archivio Siciliano del Cinema che ci dà quel peluzzo di belle speranze di recupero in un dopodomani
esorcismo nero
altro africa-movie francese del 1973 con tutti gli annessi e connessi del filone: sacrifici animali, rudimentali mutilazioni corporee e tutto l’ambaradan juju del caso. tra le curiosità di spicco, una ost a predominante base jazz.
il giorno del porco
altro film italiano letteralmente scomparso in chissà quale dimensione parallela, visivamente ispirato a bosch e con un redivivo john philip law, del quale non c’è verso di trovarne neanche la locandina. l’anno scorso il nostro cinedetective @Paolo_Tarsis ne annunciò un disseppellimento per interposta, del quale, se non ho perso un passaggio, non se ne è più fatto niente
il male di andy warhol
estetista a capo di un’agenzia omicidi su commissione per eliminare familiari scomodi. tutto il pessimo gusto di un waters e il sapore cheapo e primitivo dell’underground-cinema di morrissey, in quello che è considerato a torto o a ragione l’ultimo film di AW. uscito in sala nel 77-78, rimastoci molto poco, mai rianimato dalla tv come dal circuito homevideo. trovarne copia italiana è una sfida che sembra destinata a restare aperta.
due ore meno un quarto avanti cristo
sorta de il vizietto calato nel sacro romano impero, e semi-parodia dei caligula-movies con un occhio a brian di nazareth (a partire dai font grafici del titolo). forte, si fa per dire, di una comicità sciapetta e più gelida della freddura di un esquimese, facente leva soprattutto sull’anacronismo. visto al cinema nel passaggio di volata che ebbe, e mai più riavvistatolo per videonoleggi o emittenti televisive
snuff - vittimas do prazer
due produttori cinematografici sotto mentite spoglie mettono insieme un’equipe tecnica e contattano ex pornodivi per un kolossal porno, ma in realtà si scala la ziggurat delle scene di morte reali. praticamente il last house on dead end street do brazil, e srpski film ante-litteram. mai approdato in italia, e di quasi nulla reperibilità anche il dvd estero.
goal!
vero e proprio kickhumentary (cifra shockumentary applicata al mondo del calcio, e al calcio come atto in sé) trasmesso una sola volta su canale 5 a cavallo tra il 1982 e il 1984 (niente a che spartire, quindi, con l’omonima trilogia di danny cannon) e mai più risaltato fuori. turbo time compendia gli incidenti automobilistici e di motocross più spettacolari, goal! - che cronologicamente lo precede - procede pari modo, con un nutrito collage dei più violenti corpo a corpo tra calciatori e delle loro più spettacolari cadute, insomma dei più clamorosi e gravi incidenti calcistici, senza alcuna voice over didascalica a fare da rafforzativo. una sorta di mai dire goal serio come un infarto.
thrill kill video club
un combo di serial killer annoiati decide di darsi al cinema, e tramite l’espediente del casting inscena dei veri e propri provini snuff. black comedy di 50’ classe 1991 dal crudele umorismo apparentabile a quello del trio belga, andata a finire chissà dove. anche la rete non gli dedica molte righe (a dire il vero nemmeno una foto - l’unico libro che gli dedica un capitoletto è il seminale killing for culture), e anche stanarlo tra i più fanatici collezionisti sembra impresa donchisciottesca, così come sembra inutile inforcare il sentiero che porta tra stalle e fiumi. neanche la relativa scheda di imdb registra commenti a riguardo.
caccia alla strega
si tratta probabilmente del film che mette un pesante coperchio sopra al calderone della cine-inquisizione. molto meno exploitation rispetto a tutti i suoi predecessori. datato 1981 ma arrivato da noi solo attorno all’84, soggiornò poco nelle sale. la GVR lo recuperò in una vhs tutt’altro che presente nei videonoleggi, che in pochissimi hanno e che forse oggidì si può stanare su ebay a prezzi non proprio contenuti. mai avuti, credo, passaggi tv.
mondo infame
dallo stesso responsabile dell’altrettanto poco visto -ma più rintracciabile almeno quanto a versioni estere- mondo balordo, un’altra carrellata di choc (ormai vecchi quanto la scoreggia ma probabilmente sul pezzo per allora): riti tribali, animali macellati, genocidi, operazioni chirurgiche e via orripilare. un altro titolo sparito da qualsivoglia circuito televisivo come homevideo.
riti, segreti
unico esemplare di italomondo-movie diretto da una mano femminile, antecedente africa nuda africa violenta, fa perno sui rituali di ogni latitutido e longitudo planetaria, indagati ovviamente nei risvolti più pruriginosi o raccappriccianti. letteralmente sparito da ogni possibile viatico di fruizione, anch’esso ricercatissimo (e quotatissimo). se ne trova una marcissima copia vedibile da moviola solo alla cineteca di bologna.
sadismo
niente a che fare con performance di roeg. il sadismo nella storia. il sadismo nel mondo. il sadismo dei mondos. 80’ di excursus antropologico sulle torture umane e animali dall’homo erectus a noi. un altro mondo movie, di cui pare esistano due differentissime versioni, pressoché irrecuperabile.
dudes
A ridosso de i ragazzi della porta accanto, la spheeris rilancia un anno e mezzo dopo con un altro affresco di gioventù allo sbando, oscillando tra la teen comedy e il dramma a tinte forti. nelle nostre sale s’è visto giusto il tempo di starnutire, dopodiché beato chi l’ha recuperato. non pervenuto in vhs e in dvd pare stia ancora in stand-by.
la spensierata guerra dei bambini
sempre dal 1980, quello che potremmo grossomodo considerare l’antesignano di mamma ho perso l’aereo, con un gruppo di cinni escogita-trappole per salvare la propria scuola - e il loro amato professore don matty- dalla speculazione edilizia. visto a suo tempo in un cinema salesiano, lo ricordo di una puerilità e di una melensaggine senza pari, con parti cantate paragonabili per insopportabilità solo a quelle de la bottega dei suicidi. la verve guerrafondaia si scatena solo nell’ultima mezzoretta. in ogni caso, resta una pellicola sommersa, mai trasmessa in tv (eccettuando forse chissà quale ardimentosa locale), mai editata in home video
il mistero della bambola dalla testa mozzata
thrillerdrama dalle atmosfere morbose in qualche modo preannuncianti hooper. spesso trasmesso su euro tv, per poi definitivamente sparire dai palinsesti (senza riemersioni nel mercato homevideo). si direbbe più facile trovare un portafogli bello bombo a terra che la vs italiana
pure fiction
dal belgio, uno sguardo calcareo sulla pedofilia. film catramoso e malaticcio come solo là sanno produrne. annunciato con un certo clamore in piena pedoisteria mediatica anche per l’italia nei tg nazionali nel 1996 (ne ricordo un paio di servizi), e naturalmente mai arrivata nemmeno straight to.
pasti pasti pasticki (aka traps)
rape and revenge in salsa black comedy dalla repubblica ceca firmato věra chytilová, con un angelo della vendetta che fa di castranti forbici virtù. presentato a venezia nel 98, mai approdato nelle patrie sale, né riesumato in straight to.
parlando con tarsis si è poi aperto tutto un incredibile deep-world di pellicole scomparse che sfuggono a una pur vaga speranza di recupero dalle macerie del tempo e dai più remoti recessi dello spazio virtuale e non tramite archivi cineteche e irredenti collezionisti (o casi fortuiti, come il disseppellimento da parte di rea di intrigo in un magazzino), nonostante l’ottenuto nulla osta; cose che non ha proprio mai adocchiato nessuno, commissione di censura a parte, per il semplice fatto che son rimaste a marcire nei dimenticatoi di stato, come – sparo a caso su centinaia - mistero, monitors, occhi di un mondo perduto o black magic (questi ultimi due, mondo movies del 1991 a opera di tal mark o’neill, ottennero anche il visto con vm18: produsse de angelis), creature fantasmatiche del tutto avulse alle spire del net, prive di una scheda imdb, lontane da qualcuno che le abbia sentite nominare, e che provare a rintracciare significa garantirsi un biglietto in prima classe di sola andata al manicomio.
vi sovvengono a riguardo altre maldororate?